La diastasi dei retti addominali consiste in un eccessivo allontanamento di questi muscoli lungo la linea mediana, causato dal cedimento della fascia fibrosa (linea alba) che li unisce. Questa condizione può colpire sia uomini che donne e si manifesta spesso come un rigonfiamento o un’alterazione estetica dell’addome.

Fattori di rischio

Comuni a uomini e donne

Tra i fattori di rischio principali troviamo:

  • Obesità: la pressione esercitata dal tessuto adiposo può indebolire la linea alba.
  • Sforzi eccessivi: dovuti a intensa attività fisica o al sollevamento di carichi pesanti.
  • Tosse cronica: condizioni come bronchite cronica o asma possono causare tensioni ripetute.
  • Patologie associate a conati di vomito.
  • Deficit del tessuto connettivo: congeniti o acquisiti, che riducono la resistenza della fascia addominale.

Specifici per le donne in gravidanza

Durante la gravidanza, la diastasi è facilitata dall’adattamento dell’addome all’espansione dell’utero. I fattori di rischio includono:

  • Familiarità genetica.
  • Età materna >35 anni.
  • Bacino stretto.
  • Eccesso di liquido amniotico o peso fetale elevato.
  • Gravidanza gemellare.
  • Taglio cesareo (lieve incidenza superiore rispetto al parto vaginale).
  • Sforzi eccessivi nel terzo trimestre.

Diastasi fisiologica e patologica nel post-parto

Nei primi mesi post-parto, una certa separazione dei retti addominali è fisiologica per consentire al corpo di adattarsi ai cambiamenti gravidici. Tuttavia, una diastasi viene considerata patologica se supera i 2,5 cm e persiste oltre i sei mesi dal parto.


Sintomatologia

La diastasi può manifestarsi come un semplice inestetismo o associarsi a disturbi clinici, tra cui:

  • Dolore lombaredorsale e alle anche.
  • Difficoltà respiratorie e digestive.
  • Sensazione di pesantezza addominale.
  • Incontinenza urinaria e prolassi pelvici.

Molti di questi sintomi derivano da squilibri posturali e tensioni accumulate durante la gravidanza o il parto, più che dalla diastasi stessa. Per questo motivo, è essenziale una valutazione accurata prima di attribuire tutti i problemi a questa condizione.


Diagnosi

La diagnosi di diastasi può essere effettuata mediante:

  1. Valutazione manuale:
    • Autovalutazione del paziente.
    • Esame condotto da un medico o fisioterapista.
  2. Esami strumentali, su richiesta medica:
    • Ecografia: utile per quantificare la diastasi e identificare eventuali ernie associate.
    • Risonanza magnetica o TAC: richieste raramente per casi complessi.

Trattamento fisioterapico e obiettivi

Obiettivo della fisioterapia

La fisioterapia mira a stabilizzare la diastasi, prevenendone il peggioramento. Non è possibile chiudere definitivamente la separazione senza intervento chirurgico, ma si può migliorare la funzionalità muscolare e ridurre i sintomi.

Tecniche riabilitative

  • Esercizi posturali: per migliorare l’allineamento corporeo e ridurre le tensioni.
  • Esercizi ipopressivi: (GAH, ginnastica addominale ipopressiva) per rinforzare la fascia addominale.
  • Rinforzo del pavimento pelvico: per recuperare forza e stabilità.

Quando iniziare la riabilitazione

  • Uomini: possono iniziare subito dopo la diagnosi.
  • Donne post-parto:
    • Trattamenti osteopatici e posturali possono iniziare immediatamente.
    • Esercizi specifici per il rinforzo muscolare a partire dal terzo mese post-parto.
  • Post-operatorio: in caso di intervento chirurgico, la riabilitazione può cominciare dopo circa 40 giorni, seguendo le indicazioni del chirurgo.

Ciclo riabilitativo

Il percorso riabilitativo prevede:

  1. Sedute individuali: integrate tra fisioterapia e osteopatia, con cadenza settimanale.
  2. Sedute di gruppo (max 5 partecipanti): orientate al rinforzo muscolare e alla correzione posturale.

Il numero di sedute varia in base al paziente, con un minimo di cinque incontri.


Considerazioni sull’intervento chirurgico

Prima di optare per un intervento chirurgico per motivi funzionali, è fondamentale:

  • Escludere che i sintomi siano causati da altre condizioni, poiché l’operazione corregge solo l’aspetto anatomico.
  • Affrontare un percorso riabilitativo mirato per riequilibrare il corpo e migliorare la qualità della vita.

Questo approccio integrato permette di affrontare la diastasi dei retti addominali in modo completo, valorizzando sia il recupero funzionale che il benessere globale del paziente.